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Canale Italia intervista il Dr. Finotti sul suo ultimo libro

Intervistato da Canale Italia sul suo libro “Ortodonzia microchirurgicamente guidata” il Dr. Finotti – Direttore Sanitario del Centro Medico Vesalio di Padova – spiega in [Clicca il titolo per proseguire] questa prima parte il perchè sia innovativo e quali siano i motivi che l’hanno spinto a scriverlo.

 

Cosa introduce nell’Odontoiatria e perché è innovativo?

È un libro innovativo perché tratta l’Ortodonzia in modo diverso, associando la microchirurgia all’Ortodonzia. Normalmente i denti, con gli apparecchi, si spostano attraverso le forze ortodontiche applicate dagli apparecchi determinando un rimodellamento dell’osso. Questo comporta dei tempi tecnici particolarmente lunghi, che se nell’adolescente sono relativamente veloci nell’adulto e nell’anziano sono più lenti, dal momento che il metabolismo osseo cambia con l’età. Inoltre in alcuni casi sono movimenti che nell’adulto non è possibile ottenere perché manca la possibilità di poter muovere un dente in un distretto corretto per un’adeguata occlusione. [In questa situazione], a differenza di quello che avviene naturalmente, tramite ultrasuoni – quindi con una tecnica estremamente raffinata – separiamo l’osso di competenza dal dente che si deve muovere favorendo invece il movimento del piccolo blocchetto, della piccola capsula, dente e osso nella posizione ideale per creare un’occlusione corretta. È una tecnica quindi applicabile su un dente oppure su malocclusioni più importanti, solo su pazienti adulti, perché l’evoluzione della crescita non è più condizionabile e l’osso è stabile, formato. In questo modo è possibile evitare i rischi che possono esserci nell’ortodonzia nell’adulto, quindi riassorbimento dell’osso e retrazione delle gengive.

 

Quali sono i motivi che l’hanno spinta a scriverlo?

L’ideatore della tecnica a ultrasuoni è l’italiano Prof. Vercellotti, genovese, che ho la fortuna di conoscere da tempo. Insieme abbiamo iniziato ad applicare le tecniche microchirurgiche a diversi settore dell’Odontoiatria – ho la specialità in Ortodonzia e, nel suo contesto ma anche generalmente, mi occupo di chirurgia del cavo orale – . Abbiamo notato come qualsiasi tecnica chirurgica facilitasse un movimento ortodontico più rapido o anche l’esecuzione di un movimento ortodontico altrimenti non possibile. Partendo dunque dall’idea del Prof. Vercellotti di applicare la tecnica a ultrasuoni microchirurgica per il movimento ortodontico abbiamo dedicato insieme gli ultimi 15 anni creando un gruppo di ricerca, l’elaborazione di ricerche scientifiche, coinvolgendo università e liberi professionisti, dedicandoci a questa metodica che abbiamo visto essere molto efficace nel paziente adulto.

 

Quali sono le differenze tra i termini Ortodonzia e Microchirurgia?

L’Ortodonzia è la branca dell’Odontoiatria che permette il movimento dentale attraverso l’applicazione di forze ortodontiche, mediante apparecchi che possono essere quelli tradizionali che vediamo nei ragazzini, con le placchette visibili che si attaccano all’esterno dei denti, oppure apparecchi con placchette posizionate all’interno dei denti e per questo non visibili, o ancora le tradizionali mascherine trasparenti, anch’esse invisibili, e per finire le tecniche linguali. Dunque l’Ortodonzia consiste nello spostare i denti da una posizione non corretta a una posizione corretta.

Il dente infatti spontaneamente si può già spostare, e quando questo succede avviene sempre in una direzione sbagliata: i denti vicini se non riposizionati tenderanno a occupare eventuali spazi vuoti che vengono a crearsi. Altre cause che possono determinare lo spostamento dei denti sono le forze muscolari, l’occlusione, il digrignamento, ma la causa più importante è rappresentata da fattori genetici che portano le persone già da bambini a sviluppare malocclusioni. L’Ortodonzia è deputata dunque alla correzione dell’occlusione.
La Microchirurgia invece è una tecnica micro invasiva che prevede l’utilizzo di inserti di 0,2 , 0,3 , … frazioni di millimetro, quindi estremamente sottili, [mediante i quali] interrompiamo quelle superfici ossee corticali molto dense e compatte che possono ostacolare i movimenti ortodontici. È risaputo che in presenza di una chirurgia tutte le attività cellulari – sia su tessuti duri come l’osso che su tessuti molli – vengono riattivate: anche questo determina un’accelerazione del movimento ortodontico, per cui si applica l’ortodonzia nelle zone dove si è effettuata la microchirurgia.

 

Quali sono i vantaggi della microchirurgia negli adulti?

Un vantaggio è il fatto di poter trattare dei casi altrimenti non trattabili, come ad esempio un paziente adulto con malattia parodontale, patologia che determina un riassorbimento dell’osso e una retrazione gengivale, o che per taluni motivi ha un metabolismo osseo non ideale: per correggere l’occlusione di questi pazienti si dovrebbe auspicare che il metabolismo osseo sia quello ideale. Con queste tecniche microchirurgiche non viene più richiesto all’osso di avere quel “turnover” che ha l’osso negli adolescenti, poiché lo specialista può muovere l’osso con il dente nella posizione auspicata corretta, riuscendo ad ottenere quel movimento che fisiologicamente avviene nell’adolescente e che è possibile ricreare anche nell’adulto partendo sempre da situazioni ossee non ideali. Chiaramente se l’adulto invece presenta delle situazioni ossee ideali, vale a dire una qualità e quantità ossea adeguata il movimento ortodontico può avvenire ugualmente con le tecniche ortodontiche tradizionali.

 

Ortodonzia e Implantologia con pazienti che soffrono di piorrea: è possibile?

La malattia parodontale è altro termine per indicare la Piorrea. Più la gengiva si ritira e più i denti diventano instabili. È una malattia che non si eredita, ma si eredita la predisposizione a questa malattia. Non nasciamo con questa malattia, ma nasciamo con delle strutture – cioè con il ligamento parodontale che è la struttura dove è contenuto il dente, e l’osso – che possono essere più fragili e predisposti verso la piorrea. Possono altresì esserci altri fattori che intervengono nella predisposizione come ad esempio l’igiene o il fumo – i pazienti fumatori sono molto più a rischio di contrarre la malattia parodontale poiché il fumo agisce sulla microcircolazione sanguigna a livello osseo nel cavo orale. È possibile eseguire l’ortodonzia o l’implantologia nei pazienti che soffrono di piorrea se questa è stata curata. Una piorrea in fase attiva deve essere per prima cosa trattata: fatichiamo a far comprendere ai nostri pazienti come la malattia parodontale non sia una malattia circoscritta, delimitata in un preciso distretto, ma è una malattia che colpisce tutto il cavo orale. Per questo in primis è necessario bonificare e trattarla; quando non c’è più una fase attiva, solo allora è possibile applicare le tecniche chirurgiche.

 

Guarda il video della prima parte dell’intervista

 

 

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