In implantologia, esiste attualmente una sola condizione fondamentale per realizzare un intervento: la presenza di osso, il quale deve essere sufficientemente adeguato dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Laddove manchi osso a disposizione, le più moderne tecniche ricostruttive-rigenerative di cui l’implantologia si avvale, ne permettono la ricostruzione, al fine di poter posizionare (contestualmente o in un secondo tempo) gli impianti.

Esistono tuttavia delle controindicazioni generali e locali che possono impedire oppure ostacolare temporaneamente un intervento di implantologia.

Le controindicazioni generali, riguardano lo stato di salute complessivo del paziente.
Vi sono alcune situazioni gravi in cui è sconsigliabile che il paziente si sottoponga ad interventi chirurgici:

  • gravi cardiopatie
  • diabete scompensato con complicanze circolatorie
  • alcune malattie ematologiche

In questi casi, subire un intervento di implantologia potrebbe risultare estremamente rischioso per il paziente e la percentuale di successo del trattamento ridotta rispetto alla routine.
L’osteoporosi invece, contrariamente a quanto si possa pensare, non rappresenta in sé una controindicazione all’implantologia. Tuttavia i pazienti affetti da osteoporosi, curati da tempo con farmaci a base di bifosfonati (somministrati anche in alcune terapie anti-neoplastiche), rappresentano per l’implantologia una categoria a rischio, in quanto potenzialmente esposti al pericolo di necrosi ossea.
La cura radiante a livello dei mascellari, se recente, può rappresentare una controindicazione.

Con controindicazioni locali si intendono stati infiammatori e infezioni che devono essere preventivamente risolti per non inficiare i risultati del trattamento implantologico.

  • piorrea: risulta una controindicazione all’implantologia solo se in fase attiva e non trattata.
  • fumo: aumenta i rischi di insuccesso implantologico in quanto incide sulla capacità di guarigione delle ferite post-operatorie e agisce negativamente a livello di circolazione periferica, ostacolando il processo di osteointegrazione.
  • insufficiente igiene orale: la carica batterica può causare infiammazione del tessuto gengivale e osseo, riassorbimento dello stesso e, conseguentemente, perdita dell’impianto.

L’età del paziente, non determina invece una controindicazione all’implantologia: eseguibile a partire dai 18-19 anni, ultimata la crescita scheletrica, può essere effettuata anche in pazienti molto anziani, qualora presentino buone condizioni di salute.