Blogdenti cefalee dolori vertebrali otalgie e disturbi

Disturbi frequenti e diagnosi

Frequentemente arrivano all’osservazione di noi medici specialisti dell’A.T.M. (Articolazione Temporo Mandibolare) pazienti che hanno già fatto diverse visite per dolori alla colonna o all’orecchio, per cefalee, vertigini, disturbi alla vista [Clicca il titolo per proseguire] o ai muscoli masticatori, per rumori o suoni spontanei che partono dall’orecchio, senza purtroppo trovare alcuna soluzione. I denti possono essere causa di diversi disturbi. Da tempo sono note le interazioni esistenti tra gli apparati succitati. Un’alterazione dell’occlusione, cioè una malocclusione, può agire negativamente a livello della colonna vertebrale potendo provocare disturbi o dolori; nello stesso modo un’alterazione alla colonna può agire negativamente a livello dell’occlusione.


L’integrazione di diverse discipline

È frequente la collaborazione da parte nostra con fisiatri ed osteopati che abbiano specifica professionalità in queste patologie. Questi pazienti vanno attentamente studiati anche mediante valutazioni più approfondite – con la Risonanza magnetica dell’ A.T.M. o se necessario con l’esame elettromiografico e kinesiografico dei muscoli facciali – che ci permette di valutare se i muscoli del viso sono in equilibrio con l’occlusione del paziente ma soprattutto, nel caso non lo fossero, ci dice quale dovrebbe essere l’occlusione ideale per portarli all’equilibrio. Non è necessario che l’occlusione o lo stato di salute dei denti sia alterato o compromesso in modo importante perché alcune manifestazioni cliniche siano presenti. Possono bastare la perdita di un dente – non compensata da un impianto o da un ponte – , o la rottura di un’otturazione non riparata, o un’otturazione o un ponte non correttamente eseguiti, o più frequentemente una malocclusione non trattata con apparecchi. I denti possono essere causa di disturbi importanti.


Un equilibrio molto soggettivo

Ognuno di noi ha un equilibrio diverso, per cui è assolutamente impossibile standardizzare le situazioni in cui i disturbi possono comparire e quelle in cui non compariranno mai. Vi sono pazienti che alla minima alterazione dell’occlusione, come appunto può essere un’otturazione non perfettamente eseguita, manifestano importanti disturbi all’articolazione temporo mandibolare, che proprio per la sua vicinanza all’orecchio – da cui è separata solo da una sottile cartilagine –, spinge il paziente a recarsi dall’otorino o dal neurologo se compaiono cefalee, o dall’ortopedico in caso di disturbi alla colonna, o dall’oculista per disturbi alla vista. Viceversa a volte ci sono pazienti che pur avendo importanti alterazioni dell’occlusione – come la perdita di più denti non compensata, o la presenza di protesi (fisse o mobili), obsolete perché usurate e non sostituite, o gravi malocclusioni – possono non presentare alcun disturbo per un’ampia capacità di compenso individuale. Attraverso un’attenta valutazione anamnestica, clinica, radiologica e strumentale, è nella gran parte dei casi possibile inquadrare il paziente e trovare le soluzioni per migliorarne la salute e la qualità di vita.


Le soluzioni:
intervento sul paziente adulto

Solitamente, ad esclusione dei casi più semplici dove il trattamento è rapido ed immediato – come può essere la sostituzione o il molaggio di un’otturazione o di una capsula – si rende necessario l’uso di placche di riposizionamento in resina, simili ai byte ma che nulla hanno a che fare con questi avendo una funzione ed un’efficacia del tutto diversa. Queste placche, che vengono portate dai pazienti per qualche mese e modificate durante i controlli sino ad arrivare alla scomparsa dei sintomi, portano all’occlusione ideale che dovrà essere poi mantenuta una volta eliminata la placca.
Come si potrà ottenere e mantenere l’occlusione ideale? Dipende dalla situazione occlusale e dall’età del paziente. Sono questi quasi sempre pazienti adulti. È infatti estremamente raro trattare pazienti in via di sviluppo e in questo caso si interverrebbe con i tradizionali apparecchi ortodontici. Nell’adulto con elementi dentari in buone condizioni – anche se mal posizionati – le metodiche di trattamento possono essere le stesse del giovane paziente quindi le tecniche ortodontiche.


Le metodiche più raffinate

Oggigiorno sono queste le metodiche ormai standardizzate e frequentemente utilizzate nei nostri ambulatori specialistici ove la popolazione adulta portatrice di apparecchi ortodontici costituisce il 35-45% sul totale dei pazienti ortodontici. Chiaramente vengono utilizzate per gli adulti delle tecniche diverse, meno evidenti esteticamente ma ugualmente efficaci, in grado di permettere una migliore compliance da parte di pazienti che per motivi di lavoro o altro possono avere una vita di relazione intensa. Vi sono, infatti, delle metodiche estremamente raffinate, poco visibili o addirittura invisibili, ottimamente accettate dai nostri pazienti. Alternativamente si possono utilizzare dei rialzi occlusali in ceramica o, se invece il paziente è portatore di riabilitazioni protesiche fisse come ponti o circolari, o mobili come scheletrati o protesi totali, queste potranno essere modificate, se possibile, o sostituite. Laddove vi sia assenza di uno o più elementi dentari, l’implantologia è un importante ausilio per un completo, stabile e corretto recupero dell’occlusione.

(Dr. M. Finotti)

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