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Dalla fine dello stato di emergenza c’è più attenzione all’igiene orale

Allo stato attuale è utile cercare di fare una prima analisi di quanto il Covid abbia inciso sulle prestazioni odontoiatriche e di conseguenza sulla [Clicca il titolo per proseguire] salute orale degli italiani, dopo la fine dello stato d’emergenza lo scorso 31 marzo 2022 e il lento ritorno alla normalità.

 

Lo studio di Key-Stone – SIdP

Roberto Rosso, presidente di Key-Stone, società di analisi di mercato specializzata nel settore odontoiatrico, pone luce sulla questione: Abbiamo svolto una ricerca sulla popolazione rappresentativa del target dei pazienti che si rivolgono ai dentisti italiani (età media compresa tra i 20 e i 75 anni) e questo ci consente di analizzare il periodo che va da fine 2019, pre lockdown, nell’immediato post lockdown, e di quello post vaccinazione, che segna un graduale ritorno alla normalità. Attraverso una ricerca svolta con SIdP (Società Italiana di Parodontologia e Implantologia ) a ridosso del lockdown della primavera 2020, quando gli studi avevano ridotto l’attività garantendo le sole urgenze, si è rilevato un peggioramento della salute orale degli italiani in particolare per quanto riguarda gengive, carie e problemi dovuti all’impossibilità di risolvere rotture o inconvenienti legati alla protesi.

 

Il forte recupero nella fase post lockdown

Nella fase post lockdown abbiamo poi assistito ad un forte recupero delle prestazioni: Ora che la situazione si può dire stabilizzata – continua Rosso – possiamo fare queste considerazioni: la prima, come dai dati rilevati nell’ultima ricerca fatta a gennaio 2022 su circa 1800 pazienti vi sia un incremento della attività per l’igiene orale e le visite di controllo. Che insieme sono il 50% circa delle prestazioni eseguite dagli studi.

Un dato che può essere motivato – prosegue il presidente Key-Stone – certamente da una maggiore attenzione dei pazienti verso la salute orale ma anche dal lavoro che igienisti dentali ed odontoiatri hanno fatto e stanno facendo per motivare il paziente e per le attività che gli studi svolgono attraverso i richiami che portano, anche, ad una maggiore fidelizzazione dei pazienti verso lo studio. Se poi aggiungiamo il dato delle cure effettuate (carie e devitalizzazioni) notiamo come la quasi totalità dell’attività degli studi (87%), in termini di numero di trattamenti, sia concentrata su prevenzione e piccole cure”.

Grande crescita di sbiancamento e allineatori trasparenti

La seconda considerazione sulla fase post lockdown evidenzia come siano in crescita le prestazioni finalizzate all’estetica come lo sbiancamento (+24%) e gli allineatori trasparenti (+130%). Dobbiamo altresì valutare – puntualizza Rosso – che molti pazienti considerano la seduta di igiene professionale con finalità soprattutto estetica e non tanto di prevenzione.
Anche i dati delle vendite di materiali utilizzati per il “polishing” post igiene orale, informa, confermano il trend di crescita registrando addirittura un +16% sulle vendite.


In aumento anche i pazienti che scelgono l’estrazione per non poter sostenere le cure

Tra i dati più interessanti, ma negativi, il notevole incremento dei pazienti che dichiarano di essersi sottoposti a estrazioni dei denti (+7%) rispetto al periodo pre covid: In prevalenza sono pazienti con bassa scolarizzazione ed appartenenti ad un tessuto sociale più umile, spiega Rosso secondo cui il dato confermerebbe le difficolta di una parte della popolazione di poter pagare cure e riabilitazioni, visto che l’aumento di estrazioni non corrisponde ad un aumento della protesica che rimane stabile rispetto al periodo pre-covid.

 

Quali previsioni future?

La situazione geopolitica non consente di fare delle valutazioni. Possiamo però certamente affermare che il mercato si è ripreso sugli standard 2019, le persone sono tornate dal dentista e si stanno recuperando le posizioni perse durante il periodo di confinamento totale e anche nel post lockdown, quando i pazienti avevano timore di andare dal dentista.
Sul fronte economico […] complice il crollo dei consumi i lavoratori hanno potuto risparmiare destinando così le proprie risorse al miglioramento e al ripristino della propria salute orale”.

Ciò che fa riflettere, conclude Rosso, è che una riduzione di quasi il 20% di accessi agli studi dentistici durante il 2020, con la procrastinazione di alcune cure, ha notevolmente peggiorato la condizione di salute media degli italiani, in particolare per situazioni infiammatorie non curate, come le gengiviti segnalate da una gran parte di coloro che hanno riscontrato problemi odontoiatrici, con una diretta conseguenza sull’aumento della necessità di estrazioni e di cure parodontali più in generale.

FONTE Odontoiatria 33
FOTO pexels-andrea-piacquadio-3946834

 

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