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Dagli analgesici/antinfiammatori agli oppioidi

E’ importante definire con quali farmaci gestire il paziente che ha dolore ai denti, anche quello causato dalla terapia, e come comportarsi se alcuni di questi farmaci non sembrano essere efficaci. Il dolore è una caratteristica comune a molte patologie del cavo orale. Delle intense manifestazioni dolorifiche possono essere addotte dalla carie, se non trattata. Alle volte il dolore può inoltre essere causato dalle manovre dell’odontoiatra stesso, come può accadere nel caso del posizionamento di impianti o di estrazioni complesse.


Diversi tipi di trattamento di un paziente con dolore ai denti

Nel caso in cui il dolore ai denti sia di origine iatrogena – ossia, nel linguaggio medico, causato da lesione o danno funzionale attribuibile a un intervento terapeutico, o anche preventivo o diagnostico, del medico – è opportuno impostare una terapia analgesica preventiva, consigliando quindi al paziente di assumere analgesici prima della comparsa del dolore. Generalmente, ammesso che il paziente non abbia allergie al principio attivo, viene usato il paracetamolo. La dose massima per un adulto è di 3 g giornalieri (1 g massimo ogni 8 ore), che è necessario dimezzare per i pazienti affetti da patologie epatiche. Il paracetamolo, infatti, presenta un metabolismo epatico per il suo smaltimento. Se assunto in dosi maggiori a quelle consigliate potrebbe anche avere notevoli effetti collaterali che ricadono sul fegato.


I FANS, Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei, e l’associazione con altri farmaci

L’associazione del Paracetamolo con i farmaci antinfiammatori non steroidei, i cosiddetti FANS, è uno dei vantaggi di questo analgesico. I più noti e utilizzati, in questa classe di farmaci – alcuni dei quali vendibili anche senza presentazione di ricetta medica (soprattutto se a dosaggi ridotti) – sono sicuramente l’ibuprofene, il ketoprofene e il naprossene. Tuttavia anche per i FANS è necessario prestare attenzione perché questi possono danneggiare la mucosa gastrica. Va quindi limitato il loro utilizzo, se non addirittura escluso, nei pazienti affetti da ulcera gastrica. Il metabolismo dei FANS è inoltre prevalentemente renale: per questo sarebbe opportuno evitare la somministrazione nei soggetti che soffrono di patologie a carico dei reni. Infine è da tenere in considerazione anche l’attività antipiastrinica che, pur se reversibile, i FANS inducono. Possono quindi causare un aumento del sanguinamento soprattutto nei soggetti che già presentano delle coagulopatie.

 

Se il dolore ai denti è molto intenso e non è gestibile con paracetamolo o FANS

Agli oppioidi è possibile ricorrere come step successivo se il primo approccio per il trattamento del dolore non risulta efficace. La via preferibile di assunzione per questo genere di farmaci – gli oppioidi appunto – è solitamente quella orale. È possibile anche effettuare tuttavia una somministrazione per via transdermica (cioè dalla cute) o sottocutanea. Una terapia endovenosa è invece molto rara. È consigliabile sempre non prescrivere una quantità superiore a quella necessaria per la durata prevista del dolore che di solito è di 3 giorni.
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