“A mio figlio di sette anni, soggetto a ripetute carie, è stato prescritto un test salivare. Vorrei sapere se sia davvero utile al suo problema e come agire in conseguenza.

Grazie”

Il test salivare può essere molto utile in casi di effettiva predisposizione alla carie, perché ci consente di analizzare tre requisiti fondamentali della saliva, elemento costantemente presente nel nostro cavo orale: il flusso salivare, il ph specifico ovvero il “potere tampone” della saliva, la presenza di determinate famiglie di batteri cariogeni.

Il test è in grado di rivelare, nel soggetto che vi si sottopone, il concreto livello di rischio di ammalarsi di carie, permettendoci di agire con una terapia adeguata e avviare un progetto di prevenzione.

La carie è una malattia infettiva sostenuta da specifici batteri presenti nel cavo orale, i quali, nutrendosi di zuccheri, producono acidi in grado di intaccare lo smalto dei nostri denti.

E’ quindi necessario poter riconoscere la presenza di tali batteri all’interno della bocca e rilevare la capacità propria di ogni singola saliva di riequilibrare, e dunque tamponare, gli acidi prodotti dal metabolismo batterico.

Lo Streptococco Mutans e i Lactobacilli, per la loro comprovata influenza nel processo di origine e prosecuzione della lesione cariosa, sono i batteri da riconoscere nell’ambiente orale attraverso il test della saliva. Entrambi sono indice del grado di igiene orale del paziente mentre l’elevata presenza dei Lactobacilli fornisce una chiara indicazione sul tipo di dieta alimentare, generalmente basata su un eccessivo consumo di zuccheri e carboidrati.

Il test salivare va eseguito dopo aver curato le carie eventualmente già presenti.